La Cima del Redentore, situata a 2.448 m s.l.m, è una delle vette più elevate dei monti Sibillini, nonché la cima più alta dell’Umbria. Fa parte del complesso del monte Vettore e si trova esattamente al confine fra le province di Perugia e Ascoli Piceno.

Vista dall’inizio della valle, specialmente da Foce di Montemonaco, appare particolarmente imponente. Collocata sopra il Lago di Pilato, rappresenta, soprattutto d’inverno, una ambita meta per gli scalatori.

Il sistema di valli che convergono verso questa parte dei Sibillini è solo uno dei tanti che caratterizzano il settore marchigiano del parco.

Queste valli, disposte quasi parallelamente l’una all’altra, hanno origini glaciali, e quindi conformazione simile. Le più importanti sono la Valle dell’Infernaccio (al di là del monte Sibilla) e la valle dell’Ambro (al di là del monte Priora).

Storicamente era la Cima del Redentore a essere chiamata col nome “Vettore”, essendo la vetta più visibile del gruppo (il monte Vettore propriamente detto rimane nascosto dai Piani di Castelluccio), nonostante sia più bassa di una ventina di metri.

Personalmente indico questo itinerario come uno dei più pericolosi nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini sia per difficoltà che per grado di fatica. I tratti in sella sono quasi il 40% dell’intera durata del tragitto.E’ interamente percorso su sentieri di alta montagna, molto irregolari, caratterizzati da gradoni e ostacoli in continua successione, che richiedono tecniche di tipo trialistico.

Le misure di conservazione dei Siti Natura 2000, da parte del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, da luglio 2016 hanno vietato questo percorso alle MTB.

 

 

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