La funivia è uno dei tre impianti costruiti dalla storica azienda Leitner, gemella della funivia del Monte Cavallo di Vipiteno; fu realizzata nel 1974 dalla ditta Funimont di Alleghe, con le inconfondibili cabine rosse del carrozziere Nardo di Mirandola. E’ una funivia bifune va e vieni con due cabine da 40 posti per una portata oraria di 300 persone lungo una linea di 1381 metri per 330 metri di dislivello, che si percorrevano in circa 6 minuti e mezzo. La partenza è al Vallone di Selvapiana, presso il rifugio “Cristo delle Nevi”, a quota 1820 metri, e l’arrivo alle Malghe delle Spigare, a 2150 metri, presso la cima del Bove Sud. E’ rimasta aperta fino al 1994 quando scadde il termine per la revisione ventennale. Il problema maggiore, oltre al vento, era la calaverna che si formava sulle funi. Per evitare il formarsi di spessi strati di ghiaccio l’unica soluzione sarebbe stata il moto continuo dell’impianto, anche in orario di chiusura, cosa che ovviamente non era possibile. Altro grande problema era l’impossibilità di evacuare i passeggeri a monte in caso di interruzione di energia elettrica o d’improvviso e forte peggioramento delle condizioni atmosferiche. La funivia fu usata per alcuni anni solamente d’estate, poi si decise di abbandonarla per il costo del collaudo annuale, che non era in alcun modo ammortizzabile con il biglietto delle poche risalite estive. Un impianto ardito e spettacolare ma che fu costruito senza valutare le tante controindicazioni ambientali, con la possibilità di un utilizzo dell’attività sciistica limitato e con un forte impatto ambientale in una delle zone più belle dei monti Sibillini. Nell’estate del 2015 il Ministero dell’Ambiente, in accordo col Parco e il Comune di Ussita, aveva dato il via ai lavori di riqualificazione naturalistica dell’area. L’intervento prevede lo smantellamento dei due grandi tralicci di acciaio, dell’edificio in muratura di arrivo della funivia, di un piccolo manufatto rialzato chiamato “osservatorio” e dei piloni dello skilift “le spigare”. Progetto ambizioso, per il momento sospeso, che avrà bisogno di tempi lunghi e risorse ingenti e che comunque non potrà ripristinare l’integrità della cresta che resterà segnata per sempre. La valle perderà così quello che era diventato uno dei suoi simboli distintivi che ne hanno segnato per decenni il profilo ma forse impareremo che la bellezza nasce tutta dalla natura e richiede solo di essere rispettata, non sacrificata in nome di un turismo di massa sempre meno rispettoso e aggressivo.
La Funivia del Monte Bove
