La Roveja è un legume affine al pisello e con sapore simile alla fava e tradizionalmente coltivato nell’Umbria e nelle Marche. Molto probabilmente proveniva dal Medio Oriente: in Europa è conosciuta sin dalla preistoria, e insieme a lenticchia, orzo e farro, rappresentava la base dell’alimentazione umana nel neolitico. Sia i Greci che i Romani lo consideravano un legume prelibato.

La roveja fu coltivata per secoli sui terreni di alta quota dei Monti Sibillini per la sua capacità di resistere alle basse temperature e in condizioni di scarsità d’acqua. Era il cibo per eccellenza dei pastori e dei contadini che vivevano in alta quota.

La coltivazione della roveja è andata quasi scomparendo perchè, come per la produzione di lenticchie a quote elevate e in aree impervie, la raccolta è molto faticosa e difficoltosa.

Sono pochissimi oggi i produttori che a ragione custodiscono e portano avanti la produzione della roveja. Dovete arrivare in Alta Valnerina, a Civita di Cascia o a Castelluccio di Norcia, per trovarvi alcune coltivazioni. La roveja si semina sul finire dell’inverno e si raccoglie in piena estate esattamente come avviene per le lenticchie di Castelluccio.

Quest’anno a Castelluccio non si potrà ammirare la sua intensa fioritura, che coincide con l’inizio dell’estate. I coltivatori hanno concordato di arare e seminare solo la lenticchia su circa il 95% dei terreni del Pian Grande, lavorando a scaglioni, così che dalla fine di giugno alla metà di luglio gli appezzamenti si accenderanno di colori differenti, uno dietro l’altro. Per offrire questo spettacolo unico, la “fioritura più bella di sempre”, si rinuncerà a grano, farro, roveja e altre produzioni della zona.